Ritardi sistematici al Lavoro: non possono licenziarti | L’ultima sentenza parla chiaro
In quali circostanze un lavoratore non può essere licenziato per ritardi ripetuti, la sentenza di Cassazione Civile ha deciso.
In alcune situazioni, i ritardi ripetuti sul lavoro non giustificano una perdita del lavoro, soprattutto quando questi dipendono da fattori esterni o imprevedibili. Il sistema legale italiano tutela i lavoratori contro decisioni ingiustificate da parte dei datori di lavoro, soprattutto quando i ritardi sono causati da eventi fuori dal controllo del dipendente.
Esaminiamo i casi in cui un licenziamento per ritardi può essere considerato illegittimo. Tutto quello che devi sapere per non perdere il posto di lavoro ingiustamente.
I ritardi dovuti a cause esterne
Quando i ritardi sul posto di lavoro sono causati da fattori fuori dal controllo del lavoratore, come ad esempio il malfunzionamento dei mezzi pubblici, i giudici potrebbero considerare che non sia giustificato un licenziamento. Se, per esempio, il dipendente dipende da un trasporto pubblico poco affidabile, come treni o autobus in ritardo, non si può attribuire la responsabilità esclusivamente a lui. Questo è il caso in cui il licenziamento può essere considerato illegittimo. Il lavoratore non è in grado di controllare l’affidabilità del trasporto pubblico e, di conseguenza, non può essere sanzionato per una causa che esula dalla sua volontà.
Inoltre, in contesti simili, la decisione di licenziare un dipendente per ritardi potrebbe essere vista come una misura eccessiva, soprattutto se il lavoratore ha dimostrato di fare il possibile per rimediare alla situazione, come scegliere mezzi di trasporto alternativi o pianificare con anticipo. In questi casi, i tribunali tendono a valutare se il licenziamento sia proporzionato al comportamento del dipendente, tenendo conto delle circostanze esterne che hanno causato il ritardo.
Motivi ritorsivi e licenziamento dal lavoro
Un altro aspetto da considerare è che un licenziamento per ritardi ripetuti potrebbe essere il risultato di motivazioni ritorsive da parte del datore di lavoro. Se il lavoratore ha recentemente esercitato un diritto, come un congedo per motivi di studio o un’assenza giustificata, e successivamente subisce un licenziamento per motivi che appaiono non coerenti, potrebbe esserci il sospetto che il licenziamento sia una vendetta nei confronti di tale richiesta. In tali casi, i giudici potrebbero indagare sulla legittimità del provvedimento disciplinare, considerando che il dipendente non ha agito in malafede e che le sue assenze erano giustificate o dovute a situazioni fuori dal suo controllo.
In sintesi, i ritardi sul posto di lavoro, quando sono causati da fattori esterni e non imputabili al dipendente, non giustificano automaticamente un licenziamento. I lavoratori hanno il diritto di essere tutelati contro provvedimenti ingiustificati e ritorsivi, e in molti casi le decisioni dei datori di lavoro possono essere annullate dai tribunali, che accertano la validità delle motivazioni dietro al licenziamento.