Pupi Avati, confessione dopo la tragedia: le parole scaldano l’animo del pubblico | Ecco cosa ha detto il regista
Il regista ha deciso di rilasciare una struggente confessione dopo la tragedia avvenuta pochi giorni fa: ecco le sue parole.
Importantissima personalità del mondo del cinema italiano, Pupi Avati (nomignolo di Giuseppe Avati), ha rivoluzionato il panorama cinematografico degli ultimi decenni. Dopo aver tentato la carriera musicale jazz e aver lavorato come rappresentate, ha intrapreso la strada del cinema.
Durante la fine degli anni ’60 ha ottenuto dall’imprenditore Carmine Domenico Rizzo la possibilità economica di girare i suoi primi due film, Balsamus, l’uomo di Satana (1968) e Thomas e gli indemoniati (1970).
Inizialmente ha scelto di lavorare sul genere giallo-horror, portando avanti la sceneggiatura di molti film per circa un trentennio, affiancato da importanti personalità del mondo dello spettacolo, tra cui Maurizio Costanzo, Christian De Sica, Paolo Villaggio e Diego Abatantuono.
A partire dagli anni ’90, si è cimentato nel genere thriller, mentre a partire dagli anni 2000 ha sperimentato il genere romantico, facendo esordire la giovanissima Vanessa Incontrada, che ha ottenuto la notorietà con il film Il cuore altrove.
Gli ultimi anni di carriera
Dopo aver ideato e prodotto numerosi film drammatici/romantici, e aver vinto numerosi premi prestigiosi, nel 2019 Avati è tornato al suo genere preferito, l’horror-gotico, quello che gli ha permesso di esordire come regista.
Nel 2021 è uscito Lei mi parla ancora, ispirato al romanzo Lei mi parla ancora – Memorie edite e inedite di un farmacista. Il film sarebbe stato proiettato in tutte le sale dei cinema italiano, ma a causa della pandemia è stato venduto a Sky Cinema. Nonostante i gradi successi e la notorietà, Pupi Avati è costretto a fare i conti con un momento davvero difficile in questi giorni. Si è lasciato andare ad una triste confessione: ecco le sue parole.
La struggente confessione del regista
Il regista ha voluto dedicare delle parole davvero commoventi ad una cara conoscente scomparsa pochi giorni fa: Sandra Milo si è spenta all’età di 90 anni nella sua casa a Roma, circondata dalla sua famiglia. “Era una donna di una generosità affettiva incredibile. Una persona con cui era facile diventare amici e i suoi slanci di affetto e la sua spontaneità erano autentici. Era intelligente, acuta ma in lei prevaleva la bontà, prevaleva la disponibilità nei confronti delle persone“, l’ha ricordata Avati.
“La volli nel film ‘Il cuore Altrove’ soprattutto perché ero molto incuriosito, essendo io un grande estimatore di Fellini, di tutto quello che lei sapeva del mondo felliniano. Il piacere di averla con me sul set per un certo periodo era anche quello di poter ascoltare da lei aneddoti e ricordi che magari non aveva condiviso in pubblico. C’era il grande piacere di avere con me la testimone di un cinema che non c’era più e soprattutto di un regista che non c’era più, con cui aveva avuto, come sappiano tutti, non solo un rapporto professionale ma un rapporto molto profondo“. E ha concluso visibilmente commosso: “La cosa che mi sorprese di più fu la sua paura di non essere all’altezza. Un’attrice che aveva fatto dei film che erano nella storia del cinema era ancora insicura e a me le persone insicure sono quelle che piacciono di più. La sua disponibilità e la sua fragilità probabilmente le avevano resa difficile la vita“.