Affitti brevi, cambia la legge: la cedolare secca non conviene più | Nel mirino anche le case vacanza, si rischia fino a 8.000€ di multa
Sono cambiate le disposizioni per gli affitti brevi o transitori: ora non conviene più registrare il contratto con cedolare secca.
In questi ultimi anni è sempre più rare trovare un proprietario di casa che permetta ad un affittuario di occupare una casa con un contratto di più anni. Oggi si predilige il contratto transitorio, chiamato più precisamente affitto breve, solitamente di durata massima di 30 giorni.
Questo da sempre si registra con cedolare secca, un documento che permette di non pagare l’imposta di registro e l’imposta di bollo, che solitamente è una spesa divisa tra il proprietario e l’inquilino in casa.
Dal mese di gennaio 2017, i proprietari delle locazioni con questa tipologia di contratto potevano scegliere di essere tassati al 21% con la cedolare secca invece della tassazione ordinaria dell’Irpef.
Questa possibilità di tassazione è applicabile se non sussiste più nessun contratto tra il proprietario e i locatari, oppure quando intervengono delle attività di intermediazione immobiliare per effettuare il pagamento, come Airbnb o Booking.
La novità per il nuovo anno
A partire dal 2024, la cedolare secca salirà al 26%, come previsto dalla Manovra finanziaria. Questa percentuale di tassazione sarà imposta su un secondo immobile di proprietà affittato a qualcuno. Ma non è finita qui: un emendamento al decreto Anticipi ha pensato all’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), un modo per combattere l’evasione fiscale.
Per ottenerlo, bisognerà mandare un’istanza telematica specificando tutti i dati catastali della proprietà. Tutti coloro che possiedono locazioni, dovranno ottenere tale codice ed esporlo sia negli annunci online che all’interno della struttura, sia negli alberghi che nelle case vacanza. In caso di mancata esposizione del codice, le sanzioni sono salatissime.
Multe fino a 8 mila euro
Coloro che saranno sprovvisti del CIN rischiano una sanzione che potrebbe oscillare dagli 800 a 8 mila euro, basandosi sulla dimensione dell’immobile. Invece la mancata esposizione del codice porterà ad una multa che varia dai 500 ai 5 mila euro calcolando, come nel caso precedente, sempre la dimensione della struttura.
Inoltre, gli imprenditori che affittano case ed appartamenti, dovranno compilare la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia). In caso di mancata compilazione, si incorre in multe dai 2 mila ai 10 mila euro. Infine tutte le strutture dovranno essere a norma: gli estintori ben visibili ed accessibili e i dispositivi di rilevazione di gas e fumi dovranno essere presenti in qualsiasi proprietà. In assenza di tali dispositivi di sicurezza, la sanzione varierà dai 600 ai 6 mila euro.