La conduttrice di Belve ha raccontato di aver vissuto una tragedia terribile, di cui si porta dietro ancora il trauma: ecco le sue parole.
La conduttrice simbolo di Belve è tornata a condurre il programma come ogni anno, riscuotendo ad ogni edizione sempre un maggiore successo. E’ una donna brillante con un’importante carriera alle spalle, ma non è stata sempre facile.
Le è capitato infatti di essersi trovata coinvolta in una tragedia immane, difficile da superare ed impossibile da dimenticare. Ma andiamo per gradi e capiamo meglio come sia arrivata a trovarsi in questa situazione.
Francesca è una giovane ragazza romana appena diplomata, che decide di iscriversi all’università della Capitale “La Sapienza”. Si laurea in Lettere moderne e prosegue gli studi completando un dottorato in filologia dantesca.
Agli inizi degli anni 2000 viene assunta nell’azienda Rai, e si trasferisce per qualche mese a New York per lavorare nella sede distaccata dell’ente televisivo. Tornata a Roma, si dedica alla stesura di libri ed esordisce in televisione. Gli ultimi anni sono quelli più di successo, quando diventa conduttrice del suo celebre programma Belve.
Recentemente ha rilasciato un’intervista per il settimanale Oggi, durante la quale si è raccontata a 360 gradi: ha dichiarato che ama il suo lavoro e non si stancherebbe mai di condurre Belve, ma ha anche rivelato dei dettagli inediti riguardo una sconvolgente vicenda che ha vissuto quando era all’inizio della sua carriera. E’ stata testimone dell’attentato dell’11 settembre 2001 a New York. In quel periodo si trovava nella Grande Mela per lavoro, insieme al suo collega Giovanni Floris.
“Ero là da due settimane per il dottorato in Filologia, neanche capivo bene la lingua“, ha spiegato Francesca. Ha continuato raccontando di aver ricevuto quel giorno, mentre era in metropolitana per andare all’università, la chiamata di sua madre molto preoccupata per l’incolumità di sua figlia, ma in quel momento non le diede molta retta, perché stava osservando lo scenario che le si prospettò davanti agli occhi una volta uscita dalla stazione. “Le persone piangevano, urlavano. La seconda torre è implosa davanti ai nostri occhi“. La Fagnani rimase scioccata davanti a quello scenario apocalittico, e la sua impressione non è tardata ad arrivare…
Ciò che più ha meravigliato la giornalista, è la forza e la grinta dei cittadini newyorkesi dopo il terrificante avvenimento: non si sono persi d’animo e sono andati avanti con la loro vita, lottando con le unghie e con i denti. “Mi ha colpito molto questo spirito di reazione“. Il martedì avvenne la tragedia, e il venerdì lei era già all’università per far lezione.
Ha ricordato anche che ogni giorno incontrava i suoi colleghi a Union Square con lo scopo di pregare per tutte le vittime e per quelli che dovevano ancora essere trovati sotto le macerie: “Vedevo le persone che giravano con le magliette con le foto dei parenti stampate sopra“. Il ricordo più doloroso e terribile in assoluto era l’odore acre e forte che si sentiva per le strade della metropoli: “C’era quest’odore di lamiere, di cadaveri, di gas fortissimo…Tutto questo io non posso dimenticarlo“.