L’attore ligure si è trovato coinvolto in una situazione violenta e tragica: ecco le parole del suo racconto da brividi.
Classe 1957, Francesco Pannofino è uno degli attori più amati del panorama cinematografico italiano. Recentemente ha raccontato di essersi trovato coinvolto in una situazione terribile, in cui non ha potuto reagire in nessun modo.
Siamo abituati a vederlo sempre sorridente ed ironico, ma anche lui ha affrontato dei momenti negativi durante la sua esistenza. La sua infanzia è stata come quella di tanti altri bambini. Figlio di genitori di origine pugliese, si è trasferito con loro in provincia di Imperia quando era ancora un bambino.
Appena adolescente, insieme alla famiglia è andato ad abitare a Roma per studiare matematica e non arruolarsi nell’esercito. Da giovane non aveva ben chiare le idee su quale lavoro svolgere. “Facevo il chirichetto, leggevo Gli atti degli apostoli e le esibizioni mi riuscivano bene. Ma il sogno era fare il calciatore“, ha raccontato durante un’intervista per il Corriere della Sera.
I piani non sono andati come aveva previsto, ed è finito a fare cinema: “Mio padre non era tanto contento, mia madre sempre. Poi quando hanno visto che guadagnavo più di loro si sono tranquillizzati“.
Non si è mai accontentato solo del cinema, ma ha voluto provare anche il doppiaggio. ed è stato proprio durante questo lavoro che ha incontrato sua moglie. “Ci siamo conosciuti doppiando ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’, dove io facevo appunto Banderas. A quei tempi si doppiava insieme, nella stessa stanza. Però l’approfondimento lo abbiamo fatto con Forrest Gump: poi è nato Andrea“.
Il successo è arrivato a 50 anni suonati, con la serie Boris, in cui Francesco è stato scelto per interpretare il personaggio del regista René Ferretti. “Non so quanti attori hanno fatto il provino. Ma dopo aver visto me dissero: fermi tutti, lo abbiamo trovato“, ha spiegato l’attore. Nonostante la notorietà e gli invidiabili successi, Pannofino si è trovato in una situazione terribile, piena di violenza e terrore.
L’attore si trasferì a Roma quando aveva appena 14 anni, perciò ha vissuto gli anni di Piombo nella Capitale. “Anni in bianco e nero, non dicevo in giro il mestiere di papà“, ha spiegato ai microfoni del Corriere, in quanto suo padre era un carabiniere. Inoltre, non tutti sanno che è stato testimone di una tragedia che ha segnato la storia moderna italiana.
Si tratta del rapimento dello statista Aldo Moro, avvenuto il 16 marzo del 1978, in via Fani: “Ero lì perché il motorino era rotto e dovevo prendere l’autobus. Sentimmo una raffica di colpi e ci rifugiammo in un negozio. Vidi il sangue, ma solo tornato a casa capì la gravità di quello che era successo“. Anche se era appena un quattordicenne, capì il peso di ciò a cui aveva assistito, e testimoniò davanti alla Commissione stragi del Senato.