Vittorio Sgarbi, la subdola malattia lo aveva colpito | Il racconto di quanto accaduto
Un brutto male ha colpito il critico d’arte più conosciuto d’Italia: la sua salute fisica è altamente a rischio. Ecco le sue parole.
Critico d’arte, saggista, opinionista, storico dell’arte, politico, personaggio televisivo e collezionista, conosciamo tutti Vittorio Sgarbi per per il suo modo diretto e senza peli sulla lingua di dire la sua opinione. La prima parola che si associa alla sua persona è “Capra!“, la parola più elegante con cui insulta le persone che hanno un pensiero diverso dal suo.
Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi, nato a Ferrara nel 1952, è stato membro del Parlamento italiano più volte, e ha rivestito diverse cariche che riguardano l’amministrazione comunale. Oggi è sindaco di Arpino (FR), e dal 2019 è prosindaco di Urbino.
Oltre alle cariche amministrative, ricopre il ruolo di assessore alla Bellezza del comune di Viterbo, è sottosegretario di Stato alla cultura, commissario per le Arti di Codogno ed è il presidente della Fondazione Ferrara Arte, del Mart di Trento, del MAG di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova.
Grande amante della storia dell’arte, ha fatto della sua passione un lavoro. Colleziona da anni dipinti di vario genere e libri antichi, tanto da creare la Fondazione Cavallini-Sgarbi insieme alla sorella, avendo in progetto di dare vita ad un museo. Dagli anni ’80 ha debuttato in televisione come opinionista: la sua caratteristica principale è l’irascibilità, in quanto perde facilmente le staffe con le persone che hanno un’opinione diversa dalla sua.
La diagnosi funesta
Qualche tempo fa, lo storico d’arte ha rilasciato un’intervista per il Corriere della Sera. L’argomento principale è stato quello sulla sua malattia. Ha spiegato che, a marzo 2021, mentre l’Italia intera era ancora alle prese con il Covid-19, gli è stato diagnosticato un tumore alla prostata. E’ partito tutto da un ingrossamento sospetto, ma fortunatamente era qualcosa di circoscritto e facile da tenere sotto controllo. Ha raccontato di aver reagito con una razionalità tale da stupire tutti i medici che lo seguivano, ma in realtà ha sofferto molto per questa triste scoperta.
Si è subito sottoposto a sedute di radioterapia per debellare il cancro, una cura durata 40 giorni. Sgarbi stesso ha definito la sua malattia di “serie B”: ha polemizzato sulla poca importanza che è stata data alla sua situazione, mentre il mondo cercava una soluzione per i Covid. Il suo obiettivo era denunciare il governo italiano che si stava occupando dell’emergenza sanitaria in maniera esclusiva, lasciando in balia delle onde tutti gli altri malati. Il politico soffriva da tempo di altre patologie, che ha voluto descrivere durante l’intervista.
Il campanello d’allarme
A partire dal 2015 la condizione di salute del saggista ha iniziato a peggiorare. Sgarbi ha avuto un improvviso malore mentre era in viaggio da Brescia a Firenze. E’ stato subito ricoverato d’urgenza al Policlinico di Roma, dove si è sottoposto ad un intervento chirurgico. Dal primo momento è riuscito ad individuare la natura del malore, ovvero un infarto, con la tipica sintomatologia (dolore al petto e al braccio sinistro).
Nei mesi successivi si è rapidamente ripreso, ma ne ha voluto parlare solo quattro anni dopo. Era consapevole che sarebbe successo, in quanto nella sua famiglia c’è una predisposizione genetica ai problemi di cuore. Da quel momento, Sgarbi si sottopone a controlli periodici e assume una terapia farmacologica per evitare che la situazione si ripresenti. Poi nel 2021 è arrivata la diagnosi del tumore, ma oggi sembra sia guarito: “È stata dura, ma alla fine è andato tutto bene. Ringrazio quanti si sono presi cura di me (non faccio nomi perché l’elenco sarebbe lungo) ed in particolare i medici e gli infermieri del reparto di Oncologia dell’Ospedale Regina Elena di Roma. Poi chi, ogni giorno, sta al mio fianco e fa i conti con i miei ”sgarbi”. Ho provato la sofferenza fisica di chi combatte questo male, ma voglio dire che dal cancro si può guarire. Per questo, a chi sta affrontando una sfida come questa, dico: resistere, resistere, resistere! in culo alla balena. E alle capre“.