Un medico in famiglia, nel cast c’era anche il famosissimo ma tutti se ne sono dimenticati: di chi si tratta
La popolare serie tv di Rai Uno ha rappresentato il trampolino di lancio per tanti attori poi diventati famosi: eccone un esempio.
Le prime volte non si scordano mai, nella vita privata e in quella lavorativa. Restando a quest’ultima, e in particolare al mondo dello spettacolo, a prescindere da quanta strada si sia riusciti a fare nel proprio mestiere, ci sono certe emozioni che non si possono dimenticare.
Dal primo provino all’attesa per il suo esito, fino alla gioia provata per la prima parte “conquistata”, il timore di fronte al copione da studiare e le notti insonni per studiare lo stesso e ripeterselo dentro di sé. Ostacoli che all’epoca sembravano insormontabili, ma che con il passare degli anni si sono trasformati in dolci ricordi, assimilabili alla paura alla vigilia di un esame universitario o quello di maturità.
Dall’altra parte da giovani si ha più incoscienza nell’affrontare prove che possono essere realmente impegnative, ma è implicito che, come giusto che sia, mano a mano che si cresce e che si fa strada nella propria professione l’asticella delle difficoltà si alzi, in parallelo però con l’autostima acquisita dopo aver constatato che si è all’altezza delle missioni assegnate.
Insomma, non c’è un attore che non ricordi la propria prima volta dietro una macchina da presa, in particolare se il successo è stato tale da poter parlare di un vero e proprio trampolino di lancio. In questo senso ‘Un Medico in famiglia’ lo è stato per tante giovani attrici e tanti giovani attori, che nella popolarissima serie tv con protagonisti Lino Banfi e Giulio Scarpati hanno raccolto i primi consensi di una carriera che sarebbe decollata rapidamente.
Un medico in famiglia, il ruolo di Enrico Brignano nelle prime due stagioni
Si pensi a una giovane Claudia Pandolfi, l’Alice promessa sposa di Lele Martini, alias Giulio Scarpati, ma anche a Lunetta Savino, la mitica collaboratrice domestica Cettina, che in realtà la carriera ai tempi della prima serie de ‘Un medico in famiglia’ l’aveva già iniziata, ma che non aveva ancora raggiunto la popolarità televisiva. Del resto stiamo parlando della serie più longeva della storia della televisione italiana, in onda dal 1998 al 2016 per 286 episodi complessivi. E allora, a proposito di Cettina, alzi la mano chi si ricorda del suo innamorato, il giovane Giacinto?
A impersonarlo c’era un giovanissimo Enrico Brignano, che entrò a far parte parte del cast di ‘Un medico in famiglia’ ad appena 32 anni, nel 1998, restandovi fino alla fine della seconda stagione. Il suo non fu certo un ruolo di primo piano all’interno della serie, ma i suoi battibecchi con Cettina e quel prendersi, lasciarsi e riprendersi da parte della coppia ha comunque scandito alcune puntate delle due stagioni, oltre che fatto apprezzare al pubblico le qualità di attore di Brignano.
Enrico Brignano, il Giacinto di Un medico in famiglia: i ricordi di Lunetta Savino
Non è un caso, allora, che già nel corso di quell’esperienza la carriera di Enrico decollò a tutti gli effetti anche a teatro. Nel 1999, infatti, Brignano fu già protagonista del proprio spettacolo d’esordio in scena, ‘Io per voi un libro aperto’, trasmesso poi anche da Mediaset, seguito dal primo film da regista, ‘Si fa presto a dire amore’, nel 2000, al fianco di Vittoria Belvedere.
Da lì l’ascesa di Brignano si è fatta via via irresistibile, passando anche per alcuni, apprezzati one man show teatrali ripresi dalla televisione, fino a fare dell’attore romano, cresciuto all’ombra del maestro Gigi Proietti, uno degli interpreti più apprezzati del panorama della comicità italiana. “Enrico Brignano era travolgente, era difficile non ridere con lui sul set” ha detto la stessa Lunetta Savino ricordando il biennio trascorso con “Giacinto”, mentre dal canto proprio Brignano ha più volte rivelato di essere rimasto affascinato dal carisma di Lino Banfi: “Oltre che essere un grande artista, Lino è un uomo straordinario – le parole di Brignano – Mi raccontava la sua gavetta, la fatica fatta per arrivare. Solo guardarlo era una lezione”.